Roberta said
Per com’è ora il parco Parri è uno scempio: terra brulla, giostre chiassose e infilate in uno spazio non consono alla loro ingombrante presenza, servizi impraticabili, solo per citare alcune amenità. Prima di pensare a raddoppiare un parco che già com’è ora si trascina a malapena con una gestione pessima, occorrerebbe prendere in mano la situazione attuale e migliorarla sensibilmente. Se ora non siamo in grado di gestire l’attuale metratura del parco, Il suo raddoppio sarebbe più un problema che una soluzione.

  

 Il raddoppio del Parco interessa un’area strategica della città con l’ex scuola Besozzi sottoutilizzata, l’area mercato utilizzata due volte alla settimana, l’ex Macello da anno senza un’idea di utilizzo.

Cuneo con 56 mila abitanti ha realizzato il nuovo Parco Parri (guarda la coincidenza) su un’area doppia rispetto al nostro Parco anche raddoppiato.

Vigevano non riesce a mantenere l’unico polmone verde e anzi lo degrada? Dobbiamo rassegnarci e quindi non pensare di alzare l’offerta di verde urbano?

Così Vigevano continua a giocare al ribasso, a non essere città attrattiva. Entro il 3 aprile vanno presentati  contributi per definire una strategia di città per i prossimi 5 anni, quindi il futuro. La gestione del verde è ordinaria manutenzione. Non viene fatta? Si chiede di farla oggi, non si rinuncia al futuro. Si chiede conto di come vengono impegnati i nostri soldi per il verde. Come? Con azioni, raccolta firme. 

Mario Cantella said

Luigi Bertone said

Grazie per questa occasione di riflessione e confronto. Ne approfitto. Partendo da una premessa: il Parco Parri non è stato "pensato da un architetto giapponese" ma da un sindaco. Il sindaco, con l'amministrazione che guidava, ha chiamato un architetto giapponese (ma già allora molto italiano) a progettarlo. Poi ha approvato e realizzato il progetto, cambiando così il volto di una parte importante della città.

Chiudo la premessa e dico che, dopo più di quarant'anni, mi sembra doveroso, oltre che utile, che si pensi alla funzione, alla riorganizzazione e ad una rinnovata fruizione di quella parte della città. E che lo si faccia partendo dalla realtà del parco, con l'idea di accrescere in modo sostanziale la dotazione di verde pubblico, è giusto e pienamente in linea con le esigenze di vivibilità e, cosa non secondaria, di decoro. Per questo approvo e sosterrei la vostra proposta di massima.

Certo, fossi oggi un amministratore di Vigevano mi preoccuperei prioritariamente di rendere pienamente funzionale e fruibile ciò che esiste, come rivendicano con ragione molti degli intervenuti nella discussione. Ma non rinuncerei comunque a guardare a come mi piacerebbe fosse, o dovrebbe essere, la città di domani. E comincerei a capire quali concrete operazioni mettere in atto per garantire che, almeno un po', ci si incammini sulla strada per arrivarci.

Come gli urbanisti contemporanei insegnano, non basta disegnare una ottima sistemazione di un comparto per avere concluso il lavoro. E nemmeno è sufficiente avere chiare le destinazioni di ciascun elemento del comparto, o aver individuato le connessioni tra i diversi elementi. A questo proposito, poiché il disegno generale è buono e le funzioni mi sembrano ben distribuite, mi auguro che siano stati valutati i problemi legati alla mobilità (accessibilità intermodale; collegamenti con la viabilità circostante; dotazione di servizi di parcheggio dei veicoli del futuro) e dell'eventuale interferenza con reti e infrastrutture esistenti. Ammesso che il farlo fosse nelle vostre intenzioni o possibilità.

Quello che mi interessa dire è che un obiettivo così alto e complesso ha bisogno di essere supportato in modo robusto dal decisore pubblico fin dalla fase di stesura del disegno. Mi spiego con un esempio: qualcuno ha intenzione di parlare con i protagonisti dell'attuale mercato bisettimanale per costruire una processo che li coinvolga nella qualificazione e specializzazione della loro offerta? Altri esempi si potrebbero fare per la organizzazione dei trasporti intercomunali, per la gestione degli spazi educativi o ricreativi, per l'introduzione di nuove attività rivolte al pubblico, e così via.

Quel che ho detto non toglie nulla alla bontà dell'idea che stiamo discutendo. Vuole essere un richiamo alle responsabilità di coloro che hanno concretamente in mano una parte considerevole del futuro della città. 

  

  

Grazie carissimo Sindaco di Vigevano per questo prezioso contributo. 
Il nostro tentativo è di far partecipare e raccogliere idee per arrivare al 3 aprile con un documento condiviso. Quella è la data stabilita dalla Amministrazione Comunale per presentare idee e contributi che, si spera, dovrebbero servire alla costruzione del Documento di Piano, primo atto della adozione del nuovo Piano di governo del territorio.

Il tutto sta avvenendo senza che siano forniti strumenti di partecipazione civica e, ad oggi, nel silenzio dei partiti di maggioranza e minoranza. L’obiettivo di questa piattaforma è di costruire e presentare due massimo tre proposte di visione strategica e riqualificazione. Proposte per essere comprese negli ambiti di trasformazione che il nuovo Pgt deve definire.

In questa fase ci dobbiamo quindi limitare all’idea da inserire nella visione strategica della Vigevano dei prossimi 5 anni e nel documento urbanistico. I problemi ci sono come lo spostamento di una parte di mercato, ma se ti ricordi senza una visione che deve privilegiare il concetto di “città bene comune” la Piazza sarebbe ancora un garage e il mercato sarebbe ancora nelle vie del centro.

Quindi ancora grazie e ti preannuncio che giovedì 2 marzo discutiamo in un incontro la seconda proposta: Colombarone, frazione Sforzesca.

Spero tu voglia intervenire ancora, anche con temi e proposte che abbiamo ricompreso nella più generale visione di Vigevano attrattiva.

Un caro saluto